ESPOSTO PRESSO IL MUSEO DEL TESORO DELLA BASILICA DI S. FRANCESCO IN ASSISI IL RESTAURATO CAMICE DETTO “DI SANTA CHIARA” CON UNA «INTERESSANTE ICONOGRAFIA FRANCESCANA» DEL SEC. XVII
Rientrato al Sacro Convento dopo un’assenza di 23 anni – era stato infatti portato a Roma presso l’Istituto Superiore Centrale per il Restauro (ISCR) nel settembre 1993 – il 5 agosto scorso è stato finalmente esposto nella Sala Gotica del Museo del Tesoro della Basilica il cosiddetto “Camice di santa Chiara”. L’uso dell’aggettivo “cosiddetto” è qui più che mai necessario per il fatto che questo manufatto non ha una relazione “diretta” con la Santa di Assisi.
Il camice vero e proprio, in lino avorio lavorato con diverse tipologie di pieghettatura, risale infatti al sec. XIX, mentre più antica è la bordatura inferiore e dei polsi, ricamata in seta e oro, databile comunque “solo” al sec. XVII (presumibilmente dopo il 1624).
Proprio questa bordatura costituisce la parte più interessante di questa veste liturgica. In particolare quella inferiore che – come viene descritto nella relazione di chi nel 2009 ha curato il restauro per conto dell’ISCR – è suddivisa in tre fasce orizzontali: la prima decorata da una serie di anfore ricolme di fiori con una coppia di grandi fragole pendenti; la seconda con figure di santi e beati del primo e del terz’ordine francescano nella parte anteriore del camice, del second’ordine, quello delle clarisse, nella parte posteriore, figure che si alternano a garofani contrapposti; la terza fascia infine, eseguita con merlature stondate, presenta in alternanza serie di tulipani rovesciati e uccelli di vario tipo poggiati su ramoscelli di ulivo.
Se importante in questo contesto è la ricca simbologia di elementi come fragola, garofano e tulipano e degli uccelli, è sicuramente la presenza delle figure dei santi e dei beati – identificabili dal titulus ancora leggibile o dai loro attributi iconografici – a caratterizzare il nostro camice.
Ma è specialmente la figura di santa Chiara e ancor più di alcune altre “povere dame” a suscitare particolare interesse, specie se si considera che cinque “ritratti” sono dedicati alle familiari della Santa che la seguirono a S. Damiano: la madre, la beata Ortolana, le sorelle, santa Agnese e la beata Beatrice, e le nipoti, le beate Balbina e Amata.
«Convinti – scriveva nel 1994 l’allora Direttore del Museo del Tesoro fr. Pasquale Magro in occasione dell’VIII Centenario della nascita di santa Chiara – che il ricamo del camice sia meritevole di una ricerca più attenta e compiuta, auguriamo che uno specialista del settore possa nel prossimo futuro realizzarla». Un augurio e un invito che rilanciamo oggi che questo manufatto – che Emma Zocca nel suo Catalogo delle cose d’arte e d’antichità d’Italia. Assisi del 1936 dichiarava «interessante per l’iconografia francescana» – è uscito da un lungo oblio.
Assisi, 11 agosto 2016. Festa di santa Chiara (fMB)