“A DUE A DUE Kenosis e Perdono”. Mostra di arte contemporanea a cura di Barbara Rose
Inaugurazione: 23 luglio 2017, ore 17.30
orario di apertura: 9.30-12.30 e 15.00-18.30
(chiuso il mercoledì)
Un giorno Francesco d’Assisi, nella chiesetta della Porziuncola, durante la messa sentì leggere il brano relativo alla missione di predicare affidata da Cristo agli apostoli. Il testo evangelico era quello in cui Gesù inviò a due a due i discepoli ad annunziare il Regno, con mansuetudine di agnelli, senza provviste di viaggio, senza borsa, portando il saluto di pace, mangiando quello che sarà loro messo dinanzi, curando i malati… Finita la messa Francesco, si fece spiegare dal sacerdote quel Vangelo. Fu come lo spuntare di un giorno radioso dopo una lunga notte: «Di scatto, esultante di divino fervore, disse – Questo è ciò che voglio, questo è ciò che chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!» (cf. Fonti Francescane 354-358; 261-274). Due, come i frati che Santo Francesco invierà nel mondo ad annunciare il Vangelo, sono gli artisti che la storica dell’arte statunitense Barbara Rose ha scelto per questa mostra, il cui tema kenosis e Perdono conclude l’VIII Centenario (1216-2016) del Perdono di Assisi, provvidenzialmente in continuità con l’Anno Santo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco. Entrambi, Casanova e Vasta, hanno scelto di lavorare al tema dello “svuotamento”. Kenosis infatti è una parola greca, che significa letteralmente “svuotamento” o “svuotarsi”, ed è storicamente utilizzata quasi esclusivamente per indicare un concetto legato alle teologie e alle mistiche delle religioni cristiane. Nella sua Lettera ai Filippesi, Paolo di Tarso scrisse: «Cristo svuotò se stesso» (Fil 2,7), facendo uso del verbo che, appunto, significa “svuotare”. La mostra, col patrocinio dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci, si colloca nei due spazi espositivi del Museo della Porziuncola: Sala Pio X e Conventino. Entrambi gli artisti hanno realizzato un’opera site-specific modulare.
Torre mistica – Nella Sala Pio X, Casanova crea una pala d’altare contemporanea che entra in dialogo con quella della Porziuncola. Larga 3,60 m e alta 3,30 m, composta da 24 tavole di varie dimensioni (col riferimento alle 24 rose, di cui dodici rosse e dodici bianche, che nella pala d’altare del 1393 S. Francesco recava al Cristo ed alla Vergine) la Torre mistica – priva di icone – di essenziale esecuzione bensì ricca del solo grigio, con la sua vasta gamma di correlate nuances, si erge quasi a scudo nel fronteggiare le rutilanti cromìe ed i preziosi materiali, già utilizzati nella realizzazione della magnifica iconografia del retablo ogivale della Porziuncola.
Nella tradizione giudaico-cristiana, la torre d’avorio è simbolo di nobile purezza. Si trova per la prima volta nel Cantico di Salomone (7,4: “Collum tuum sicut turris eburnea”, ovvero “Il tuo collo [è] come una torre d’avorio”) ed è inclusa nel XVI secolo fra gli epiteti di Maria nelle Litanie lauretane. A questo concetto si rifece San Girolamo, secondo il quale “Cristo è il capo della Chiesa e la sorgente di tutte le grazie, ma la Vergine Maria è come il collo attraverso il quale queste grazie passano, per rigenerare le membra del Corpo mistico di Cristo”.
Stazioni – Presso il Conventino del Museo della Basilica, interamente ristrutturato, Stazioni è l’opera modulare pensata da Vasta per le antiche celle dei frati. Vasta, nota per l’opera itinerante per la pace “Table of Silence”, ha deciso di realizzare le “Stazioni” di una Via Crucis che non segue un ordine prestabilito, con un’opera rigorosamente bianca (come la Table of Silence). Le 14 piccole ceramiche ovali, realizzate da Vasta presso l’azienda Bizzirri di Città di Castello, ricordano l’idea della “tavola” entro il cui spazio, con la tecnica del mezzo ingobbio, l’artista evoca alcuni momenti della Via Crucis.